Tra gli aiuti stanziati a favore delle attività colpite dalla crisi durante il Covid-19, il governo con il decreto Sostegni Bis ha previsto il contributo a fondo perduto perequativo.
La misura riguarda imprese e professionisti che nel 2019 hanno conseguito ricavi o compensi non superiori a 10 milioni di euro, a condizione che nel 2020 abbiano registrato una diminuzione del reddito rispetto al 2019, in misura almeno pari alla percentuale che sarà definita da uno specifico decreto ministeriale.
Le scadenze per accedere al fondo perduto perequativo.
Il decreto (Dpcm 7 settembre 2021) ha spostato al 30 settembre il termine ultimo per l’invio delle dichiarazioni dei redditi degli operatori economici che intendono accedere al contributo a fondo perduto perequativo. Oltre ad aver inviato la dichiarazione dei redditi entro il 30 settembre, per avere diritto a richiedere il contributo occorre essere titolari partita Iva attiva al 26 maggio 2021.
I requisiti per accedere al fondo perduto perequativo.
Le condizioni da rispettare per poter chiedere l’accesso al fondo perduto perequativo sono tre:
- La prima riguarda la partita Iva, attiva almeno dal 26 maggio e che abbia percepito un reddito massimo fino a 10 milioni di euro.
- La titolarità di reddito agrario o svolgere attività d’impresa, arte e professione con ricavi o compensi non superiori a 10 milioni di euro nel secondo periodo d’imposta precedente a quello in corso dal 26 maggio 2021.
- Il terzo requisito riguarda il peggioramento del risultato economico.
Di quale importo dev’essere tuttavia tale peggioramento del risultato economico? Quali sono le specifiche di quest’ultimo requisito per il fondo perduto perequativo? Scopriamolo.
Il peggioramento del risultato economico.
Per avere diritto al fondo perduto perequativo bisogna aver registrato nel periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2020 un risultato economico peggiore di quello realizzato nel periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2019 in una misura percentuale che deve ancora essere definita da un decreto del Mef (ministero dell’Economia). Allo stesso modo restano ancora da fissare anche le modalità di quantificazione dell’ammontare del fondo che spetta ad ogni richiedente.
A quanto ammonta il contributo a fondo perduto perequativo.
Ad oggi chi ha registrato una diminuzione di fatturato tra il 2020 e il 2019 può sperare di aver diritto al contributo a fondo perduto perequativo, in attesa che venga fissata la percentuale.
Non è stata ancora definita la soglia del peggioramento del risultato economico per poter accedere alla misura.
La norma, inoltre, prevede che l’ammontare del fondo perduto dovrà essere calcolato applicando la differenza tra il risultato economico del 2019 e quello del 2020 un parametro percentuale ancora da definire e, successivamente, sottraendo al risultato così ottenuto i contributi a fondo perduto di cui si è già fruito.
L’anticipo dei termini per accedere al fondo perduto perequativo.
Per semplificare, gli operatori economici che hanno anticipato l’invio delle dichiarazioni al 30 settembre, con un calo di reddito tra il 2019 e il 2020, ipoteticamente potrebbero fare parte della platea di beneficiari del contributo a fondo perduto perequativo.
L’anticipo dei termini si è reso necessario per permettere all’Agenzia delle Entrate di preparare le erogazioni entro il 31 dicembre 2021, ossia il limite previsto per mettere in pagamento gli aiuti di Stato Covid-19.
Il limite temporale per beneficiare del fondo perduto perequativo.
La situazione resta in evoluzione poiché, nel caso lo stato di emergenza fosse prorogato anche nel 2022, non si può escludere che il pagamento del contributo a fondo perduto perequativo possa slittare. Intanto chi ha subito una diminuzione di fatturato e ha presentato la dichiarazione dei redditi entro il 30 settembre, resta in attesa di capire se riceverà il contributo o meno. E, soprattutto, a quanto ammonteranno gli aiuti a fondo perduto.