C’è una nuova legge che riguarda le figure che svolgono lavori autonomi non imprenditoriali, a favore di una maggior flessibilità generale.
Da parte nostra, cerchiamo di tenerci aggiornati sulle evoluzioni riguardanti l’organizzazione del lavoro, e siamo oggi molto contenti di registrare che il dibattito su Smart Working, “Lavoro Agile” e altri temi di cui si legge spesso sui media online e offline, hanno trovato un punto di sviluppo concreto, in grado di essere un effettivo supporto a molti lavoratori.
Siamo a contatto con molte di queste figure – spesso attive dagli spazi di Coworking come il nostro – e con alcuni di loro lo Studio Ellequadra collabora, a livello di gestione contabile, amministrativa e fiscale.
Il disegno di legge che – lo ricordiamo – è stato approvato in data 10/5/2017 – tutela, di fatto, tutti coloro che gestiscono le proprie attività lavorative con articolazioni flessibili per quanto riguarda tempi e luoghi, suddividendo il testo della legge su tre aree principali:
Lavoro Autonomo (capo 1)
Lavoro Agile (capo 2)
Disposizione Finali (capo 3)
Noi che ci occupiamo di coworking dal 2010 siamo abbastanza familiari con questi argomenti, ma ci rendiamo conto che la maggior parte dell’ecosistema lavorativo continua a regolarsi – nelle consuetudini organizzative – su modalità tradizionali, legate a orari fissi e luoghi determinati.
Sappiamo tutti, peraltro, che le tecnologie informative ci permettono, ormai da anni, di lavorare in maniera autonoma e svincolata da luoghi e orari: che sia un bene o meno non sta a noi giudicare (probabilmente dipende dalla situazione personale di ognuno e relativa organizzazione lavorativa), ma sta di fatto che il mondo del lavoro ha intrapreso con decisione questa direzione, ed è senz’altro positivo che lo Stato abbia definito criteri e indicazioni utili ai mutati assetti organizzativi di molti.
Condividiamo infine l’obiettivo del legislatore di costruire un sistema di welfare e diritti adeguato ai tempi, in grado di tutelare il presente e il futuro lavorativo di un numero cospicuo di professionisti italiani: si parla infatti di un numero di soggetti interessati dai temi della nuova legge di circa due milioni.