L’Italia prova a tornare alla normalità, con la fine del lockdown e la progressiva riapertura delle attività produttive. Il blocco causato dal coronavirus, però, sta avendo pesanti ripercussioni sull’economia e sul lavoro. Il governo è intervenuto con provvedimenti e misure contenute principalmente in tre decreti: il decreto Cura Italia, con misure a sostegno dei redditi delle famiglie e lavoratori, il Decreto liquidità imprese e il Decreto Rilancio, l’ultimo approvato, atteso per aprile ma arrivato a metà maggio, con ulteriori misure di sostegno ai lavoratori e aziende. Il decreto imprese prevede 200 miliardi di euro per il mercato interno e altri 200 miliardi per l’export. Il governo, quindi, mette a disposizione 400 miliardi di euro per supportare le imprese.
Decreto imprese: cosa prevede
Tra le misure previste, quella più significativa riguarda nuovi finanziamenti alle imprese, che potranno richiedere dei prestiti con la garanzia dello Stato. Nel decreto imprese, pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 aprile, è prevista anche la sospensione di tasse e contributi (per i mesi di aprile e maggio) e golden power rafforzato. Nelle intenzioni del governo c’è la volontà di semplificare le procedure per accedere ai finanziamenti, grazie al Fondo centrale di garanzia, con l’utilizzo esteso anche alle imprese fino a 499 dipendenti. In Fondo agirà su tre linee principali:
Garanzia al 100% per i prestiti di importo non superiore al 25% dei ricavi fino a un massimo di 25mila euro, senza alcune valutazione del merito del credito. In questo caso le banche potranno erogare i prestiti senza attendere l’ok del Fondo di Garanzia;
Garanzia al 100% (di cui 90% Stato e 10% Confidi) per i prestiti di importo non superiore al 25% dei ricavi fino a un massimo di 800mila euro, senza valutazione andamentale;
Garanzia al 90% per i prestiti fino a 5 milioni di euro, senza valutazione andamentale.
Per le grandi imprese, infine, interviene la garanzia di Sace, società che fa capo a Cassa Depositi e Prestiti.
La garanzia di Sace per imprese medio grandi
Per le imprese medio grandi, comprese le Pmi, l’importo massimo di garanzie sarà pari a 200 miliardi di euro. La soglia del prestito è pari al 25% del fatturato 2019 e la garanzia copre il 90% per imprese con più di 5mila dipendenti e fatturato tra 1,5 e 5 miliardi; il 70% per imprese con fatturato oltre i 5 miliardi, con un tasso di interesse compreso tra lo 0,25 e lo 0,50%.
La garanzia per le Pmi
A poter beneficiare della garanzia totale a copertura di nuovi finanziamenti saranno le sole Pmi con ricavi fino a 3,2 milioni di euro, e per prestiti fino al minor importo tra il 25% del fatturato e 800mila euro. Il 100% di garanzia si otterrà solo in forma mista, con il 90% garantito dallo Stato e il 10% da Confidi, senza istruttoria. La garanzia totale è prevista anche per prestiti concessi alle Pmi con fatturato fino a 800mila euro e fino al 15% del fatturato ma in questo caso è prevista l’istruttoria del Fondo. In tutte le altre situazioni che non abbiamo descritto, fino a un importo massimo garantibile di 5 milioni di euro, la garanzia sarà solo entro il 90%.
Partite Iva, prestiti automatici fino a 25mila euro
Per le Pmi e le partite Iva (persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni) sono previsti prestiti automatici fino a 25mila euro, in tempi rapidi. Il finanziamento non più superare il 25% del fatturato dell’ultimo bilancio, con la restituzione del prestito in 6 anni, iniziando a rimborsare tra 18-24 mesi.
I prestiti per le partite Iva forfettarie
La situazione dei micro-finanziamenti per le partite Iva forfettarie è un po’ diversa. Per chi ha scelto la flat tax al 15%, infatti, vale sempre il limite del 25% sui compensi. In questo caso, però, sul tetto massimo di 65mila euro, come previsto dalla normativa sul regime forfettario. Facciamo un esempio, per capire meglio. Un artigiano che dichiara 65mila euro, il caso limite e anche meno frequente, potrà richiedere un prestito pari al 25% dei compensi (o ricavi), quindi 16.250 euro. Nel caso, invece, di un reddito di 30mila euro dichiarati nel 2019, l’importo del prestito arriverebbe a 7mila e 500 euro. Per raggiungere quota 25mila euro, quindi, bisognerebbe avere un fatturato di almeno 100mila euro, oltre il limite del forfettario. Da sottolineare anche che la banca, prima di erogare il prestito, può fare la sua valutazione, allungando quindi i tempi. Per i “mini-prestiti”, fino a 25mila euro, quella che non è prevista è la valutazione del Fondo.
Come richiedere il prestito
Come devono fare i lavoratori autonomi, le partite Iva o le piccole imprese che vogliono chiedere il finanziamento fino a 25mila euro? Occorre scaricare il modulo dal sito del Ministero dello sviluppo economico (https://www.fondidigaranzia.it/normativa-e-modulistica/modulistica/), da inviare alle banche o ai consorzi fidi per avviare l’iter. Il modulo può essere inviato via mail, anche senza una posta certificata, alle banche che dovranno, a loro volta, richiedere la garanzia statale.
Link decreto liquidità imprese: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2020/04/08/94/sg/pdf